Questo mio post sarà compreso solo da chi ha vissuto qualcosa di simile.
Nel corso degli anni, grazie ad alcune esperienze particolari, sono arrivata ad elaborare una mia teoria (parolone eh!) in merito all' Amicizia ed in particolare alla fine o svolte di un certo tipo di rapporti.
Non riuscivo però a dare un nome a tutto il mio "lavoro di analisi" ed il suggerimento è arrivato da un'amica, che ha compreso e vissuto quanto da me esposto!
Grazie di cuore ad Arianna, soprattutto a sua madre, Donna Laura, che ha coniato il tutto! ;)
Parliamo dunque de "L'odio della riconoscenza".
Odio è un termine forte, ma serve per rendere l'idea!
Non tanto della sensazione di chi lo prova, ma di chi lo percepisce/subisce.
Ci sono delle amicizie, in cui emotivamente e sentimentalmente si investe tanto, nell'accezione positiva del termine, cioè in cui si crede tanto e ci si concede ancora di più.
In cui si apre il cuore e si illumina la scritto "Avanti", insomma parliamo di quelle amicizie che pensi non possano finire.
Ma invece finiscono, apparentemente senza una "brutale rottura", senza un "nocciolo del problema", senza un "perché?" a cui trovare una risposta.
All'improvviso, una delle due parti, cambia strada e lo fa voltando le spalle.
Senza darti il tempo e la possibilità di comprendere.
Ma poi il tempo passa ed allora capisci, arrivi a rispettare la scelta...anche senza condividerla, perché tu a queste persone hai voluto e vuoi ancora in qualche modo del bene...ed è per questo ultimo motivo che ti sforzi di trovare una spiegazione.
Eccola qui.
Quando dai tanto a delle persone nella quotidianità più semplice, ma soprattutto nei momenti di bisogno, attenzioni o debolezze, dove per natura si tende ad esporsi e "denudarsi" manco fossimo su Playa Desnuda, una volta "rientrato" il periodo di "emergenza emotiva" (crisi con il fidanzato/marito, problemi in famiglia, perdita del lavoro ecc...), chi è stato aiutato, si sente fortemente in disagio...in quanto avverte il peso dell'affetto ricevuto, per il quale si sente di "DOVER ESSER RICONOSCENTE", senza che nessuno di fatto richieda o reclami nulla!
E' un meccanismo interiore, che porta ad allontanarsi da chi ti è stato vicino.
Ci si è scoperti troppo e nel bisogno umano di "reinventarsi e ricominciare" dopo un periodo di difficoltà, ci si ritrova a chiudere certi rapporti ed andare oltre, senza dover nulla a nessuna, nemmeno una spiegazione e davanti a scelte di vita così nette non si può entrare in giudizio.
A malincuore e delusi se ne prende atto, nel rispetto delle persone, non si insiste nel cercare di avere chiarimenti, in quanto non se ne riceverebbero comunque.
Siamo individui liberi, facciamo scelte e le nostre scelte hanno delle conseguenze, di cui siamo responsabili, sia quando decidiamo di aiutare una persona sia quando decidiamo di chiudere un'amicizia. La differenza lo fa...da che parte si è.
Io fino ad oggi mi sono trovata tra i primi e spero di avere la "giusta intelligenza" per non trovarmi tra i secondi.
Sono arrivata alla conclusione che tutto nella vita serva ed ogni esperienza davvero insegna qualcosa.
Io sto imparando...a gestire i miei affetti, ma soprattutto a valutare chi ho davanti con più discernimento, perché oggi al mio "bene" riconosco un valore inestimabile e va meritato, per tutti gli altri un simpatico e liberatorio
Alla prossima!
Tiziana
Nel corso degli anni, grazie ad alcune esperienze particolari, sono arrivata ad elaborare una mia teoria (parolone eh!) in merito all' Amicizia ed in particolare alla fine o svolte di un certo tipo di rapporti.
Non riuscivo però a dare un nome a tutto il mio "lavoro di analisi" ed il suggerimento è arrivato da un'amica, che ha compreso e vissuto quanto da me esposto!
Grazie di cuore ad Arianna, soprattutto a sua madre, Donna Laura, che ha coniato il tutto! ;)
Parliamo dunque de "L'odio della riconoscenza".
Odio è un termine forte, ma serve per rendere l'idea!
Non tanto della sensazione di chi lo prova, ma di chi lo percepisce/subisce.
Ci sono delle amicizie, in cui emotivamente e sentimentalmente si investe tanto, nell'accezione positiva del termine, cioè in cui si crede tanto e ci si concede ancora di più.
In cui si apre il cuore e si illumina la scritto "Avanti", insomma parliamo di quelle amicizie che pensi non possano finire.
Ma invece finiscono, apparentemente senza una "brutale rottura", senza un "nocciolo del problema", senza un "perché?" a cui trovare una risposta.
All'improvviso, una delle due parti, cambia strada e lo fa voltando le spalle.
Senza darti il tempo e la possibilità di comprendere.
Ma poi il tempo passa ed allora capisci, arrivi a rispettare la scelta...anche senza condividerla, perché tu a queste persone hai voluto e vuoi ancora in qualche modo del bene...ed è per questo ultimo motivo che ti sforzi di trovare una spiegazione.
Eccola qui.
Quando dai tanto a delle persone nella quotidianità più semplice, ma soprattutto nei momenti di bisogno, attenzioni o debolezze, dove per natura si tende ad esporsi e "denudarsi" manco fossimo su Playa Desnuda, una volta "rientrato" il periodo di "emergenza emotiva" (crisi con il fidanzato/marito, problemi in famiglia, perdita del lavoro ecc...), chi è stato aiutato, si sente fortemente in disagio...in quanto avverte il peso dell'affetto ricevuto, per il quale si sente di "DOVER ESSER RICONOSCENTE", senza che nessuno di fatto richieda o reclami nulla!
E' un meccanismo interiore, che porta ad allontanarsi da chi ti è stato vicino.
Ci si è scoperti troppo e nel bisogno umano di "reinventarsi e ricominciare" dopo un periodo di difficoltà, ci si ritrova a chiudere certi rapporti ed andare oltre, senza dover nulla a nessuna, nemmeno una spiegazione e davanti a scelte di vita così nette non si può entrare in giudizio.
A malincuore e delusi se ne prende atto, nel rispetto delle persone, non si insiste nel cercare di avere chiarimenti, in quanto non se ne riceverebbero comunque.
Siamo individui liberi, facciamo scelte e le nostre scelte hanno delle conseguenze, di cui siamo responsabili, sia quando decidiamo di aiutare una persona sia quando decidiamo di chiudere un'amicizia. La differenza lo fa...da che parte si è.
Io fino ad oggi mi sono trovata tra i primi e spero di avere la "giusta intelligenza" per non trovarmi tra i secondi.
Sono arrivata alla conclusione che tutto nella vita serva ed ogni esperienza davvero insegna qualcosa.
Io sto imparando...a gestire i miei affetti, ma soprattutto a valutare chi ho davanti con più discernimento, perché oggi al mio "bene" riconosco un valore inestimabile e va meritato, per tutti gli altri un simpatico e liberatorio
Alla prossima!
Tiziana
Sempre in sintonia... stesso vissuto tuo. Inizio ad avere paura. Ti lovvo amica
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